venerdì 29 giugno 2012

REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO : ALTERNATIVA RISPEDISCE AL MITTENTE LE ACCUSE DI POLEMICHE PERSONALI


PERCHE’ E’ COSI’ DIFFICILE INSERIRE QUESTE 5 PAROLINE NELLO STATUTO COMUNALE?

Ci sa dire il nostro consigliere comunale Rallo Emanuele perché ad oltre un anno il Comune di Oriolo Romano non ha recepito nel suo Statuto Comunale la volontà espressa dai cittadini tramite i referendum di giugno 2011?
Ci sa dire, sempre il suddetto consigliere, perché la proposta del consigliere Gabriele Caropreso, che recepiva alla lettera quanto richiesto dai comitati promotori dei referendum sull’acqua bene comune, in quel famoso Consiglio Comunale sarebbe stata sicuramente respinta? Se durante lo svolgimento del Consiglio Alternativa Civica non avesse proposto di rinviare la votazione per cercare di arrivare ad una proposta comune, l’emendamento sarebbe stato bocciato a maggioranza. Forse era quello che bisognava fare, così adesso nessuno più poteva nascondersi dietro un dito!! Ma a noi interessava che quell’emendamento passasse. Per questo non abbiamo piantato bandierine, non abbiamo nemmeno pensato che ci saremmo venduti bene questo passo falso della maggioranza. No. Noi abbiamo votato si ai Referendum con convinzione e per questo in quella seduta abbiamo cercato di mediare. Non abbiamo nemmeno preteso un nostro rappresentante nella commissione che avrebbe dovuto redigere una proposta comune, non ci interessava avere la maternità di alcunché. Gabriele Caropreso aveva fatto una proposta condivisibilissima e a noi andava bene che rappresentasse la minoranza consiliare tutta.
Tanto per rinverdire la memoria, riportiamo testualmente quanto detto in quel Consiglio Comunale:
” Il Comune non ha mai dato in gestione all’ACEA l’acqua” (Carones) ad Oriolo sappiamo tutti a chi dobbiamo rivolgerci per consumi, allacci e quant’altro riguarda l’acqua, sin dal 2007. Quindi un primo falso, tanto per indirizzare la discussione.
“Una cosa non si può condividere (riferendosi alla proposta in discussione) … senza rilevanza economica …. possiamo fare demagogia quanto vogliamo, ma se siamo seri …. non può essere un servizio privo di rilevanza economica…. se vogliamo fare demagogia e vogliamo dì che l’acqua nun se deve pagà lo possiamo pure dì…. servizi pubblici locali non a rilevanza economica sono quei servizi a carico della fiscalità che significa che nun se paga la bolletta” (Carones) Secondo clamoroso falso, solo il nostro vicesindaco può pensare che la non rilevanza economica equivalga alla gratuità del servizio. Ma forse Carones è convinto che il Consiglio Comunale di Oriolo Romano sia composto da 9 consiglieri pecoroni non pensanti ai quali puoi raccontare fandonie, eccetto lui ovviamente, in quanto presente in veste di tecnico alle sedute consiliari ed i tecnici come si sa non sbagliano mai!!
“Non mi convince … il Consiglio Comunale da solo, senza aver coinvolto la cittadinanza, senza aver coinvolto il gestore (?), senza aver coinvolto le associazioni, i comitati civili prende e legifera… penso che un ascolto approfondito della cittadinanza sia importante” (Rallo).
Vogliamo ricordarti, caro Emanuele, i risultati referendari di Oriolo Romano:
REFERENDUM SULLA RILEVANZA ECONOMICA DELL’ACQUA
VOTANTI 67,76% – SI VOTI 1.908  95,53%
REFERENDUM SULLA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO
VOTANTI 67,76% – SI VOTI 1.926 96,76%
Vogliamo ricordarti anche che, la lista che tu rappresenti “Insieme per Oriolo” ha ottenuto 1.432 voti il 62,05% (i votanti furono circa il 10% in più alle votazioni comunali, quindi in valori assoluti i voti ottenuti sono in proporzione meno), non per questo qualcuno si è mai permesso di eccepire  sulla legittimità delle vostre deliberazioni.
Non ci è mai passato per la testa  di dirvi che, prima di decidere qualcosa, dovete vagliare la volontà dei cittadini. Avete ottenuto un’investitura democratica e popolare (magari tu non proprio, ci sei arrivato tramite una scorciatoia) e quindi avete tutti i diritti di Amministrare senza alcuna limitazione, se non quella del rispetto delle leggi. La volontà degli elettori va rispettata sempre e comunque.
Però tu, di fronte a circa 2.000 cittadini oriolesi che si sono espressi per i due SI al referendum, candidamente affermi che non possiamo legiferare perché prima sarebbe stato opportuno coinvolgere il gestore?
Qualcuno avrebbe detto: Ma mi faccia il piacere!!!!
MA PERCHE’ TANTE RETICENZE SU QUELLE 5 PAROLINE “SENZA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO”?
ACEA è stata per circa novant’anni un’azienda pubblica virtuosa, finché nel 1998 con il sindaco Francesco Rutelli, venne trasformata in Società per Azioni di diritto privato ma a capitale  prevalentemente pubblico. Contro tale scelta Rifondazione comunista promosse un referendum cittadino, che per pochi voti non raggiunse il quorum necessario e così, nel 1999, il 49% delle azioni dell’Azienda venne collocato in borsa.
Negli anni più volte il Consiglio Comunale capitolino è dovuto intervenire a tappare i buchi determinati da avventure imprenditoriali e iniziative discutibili dei manager, una per tutte, quella della telefonia mobile, a dimostrazione che, se ce ne fosse bisogno, il privato non è migliore del pubblico.
Nell’agosto 2011, a pochi giorni dal referendum che sancisce la non remunerazione del capitale investito, Gaetano Caltagirone investe altri 12 MILIONI di euro in ACEA, passando dal 15,2 al 16.05% dell’azienda.
L’ACEA ha avuto dalle Autorità di ambito (ATO) l’assicurazione (in attesa che la nuova authority per l’acqua vada a colmare il vuoto normativo creato dal referendum) che le sue bollette idriche non subiranno decurtazioni (ilsole24ore.com).
Nel novembre 2011 il gruppo SUEZ incrementa la sua quota azionaria nell’ACEA passando al 5,7 all’8,6% (gazzette.it).
Aprile 2012 dal corriere.it: secondo Caltagirone “c’è una legge che obbliga la società alla privatizzazione entro il 30 giugno del 2013, per questo se quello che fa la Pubblica Amministrazione in violazione di legge ci danneggia, ci deve risarcire”.
“La conferenza dei Sindaci dell’Ato2 ha approvato martedì scorso la delibera sulla modifica della tariffa. Paradossalmente, di fronte ad un impegno solo formale di eliminare la remunerazione del capitale investito,l’Ato ha riconosciuto alla multinazionale Acea più di un miliardo di euro di profitti per i prossimi anni di gestione ed uno scandaloso aumento delle bollette per tutti i cittadini. 
Altro che accoglimento del risultato dei referendum. Questa manovra garantirà ad Acea circa 1,32 miliardi di euro di remunerazione del capitale fino al 2024″ (20 aprile 2012 Coordinamento Comitati Acqua Pubblica Castelli Romani).
“Disatteso il referendum abolita la remunerazione del capitale investito abrogato dal referendum adesso appare sotto altra voce, quello che sta facendo l’Authority è di costruire un indice cioè ricavare una percentuale sotto la copertura degli oneri finanziari ma, in realtà, interviene per pagare gli investimenti.” (Comunicato del Comitato Nazionale Acqua Pubblica mese giugno 2012).
Come si nota dunque, la questione non si è risolta con il voto dei cittadini. Purtroppo in questo povero Paese i cittadini contano sempre meno!
I comitati per l’acqua si stanno ancora battendo per abolire la remunerazione del capitale investito, ma non per cavilli, nemmeno per piantare bandierine, né tantomeno per arrivare primi ma perché in ballo ci sono MILIARDI di euro da una parte ed i diritti dei cittadini dall’altra, e da questa battaglia impari difficile che ne escano vincitori i referendum.
E’ una questione di lana caprina? Non c’è differenza tra “senza scopo di lucro” e “senza remunerazione del capitale investito”? Non lo crediamo.
La maggioranza degli italiani ha deciso: il servizio idrico è un servizio senza rilevanza economica e non deve prevedere la remunerazione del capitale investito.
Per una volta accettate il verdetto delle urne, senza cambiare il senso alle parole.
Se dietro a questi giri di parole non c’è altro (non ci vorrete mica far pensare che essendo Caltagirone il suocero di Casini…… o che la Hera spa, che gestisce il servizio idrico in Emilia Romagna…..) il popolo sovrano ha deciso, i politici si adeguino!
Altrimenti è una storia già vista: nell’aprile 1993 il 90,3% degli italiani dicono NO al finanziamento pubblico ai partiti e nel dicembre dello stesso anno il Parlamento riformula la legge sul rimborso elettorale ai partiti. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, l’arresto di Lusi è solo l’ultimo tassello in ordine cronologico di una lunga serie di illeciti.

Ai cittadini chiediamo di informarsi, di partecipare, di spingere affinché ogni singolo voto sia rispettato.
Per noi stessi, per la democrazia e per il futuro.
Non è più tempo di delegare decisioni così importanti, quando ci renderemo conto di ciò che è successo sarà forse troppo tardi.

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