Alcuni
articoli apparsi sulla
stampa locale, sottolineano le
preoccupazioni dell’Associazione ambientalista Accademia Kronos con sede in Ronciglione , riguardo
al taglio di faggi secolari
lungo la provinciale che dal
lago di Vico arriva
al bivio con San Martino al
Cimino , negli articoli si rileva che il Comune di Caprarola
“Approfittando “ della
pericolosità di alcuni faggi vicini alla sede stradale ha
fatto abbattere circa 900 alberi ,
quando le piante malate fossero solo
50. Anche Luigi Portoghesi (in un articolo pubblicato sul messaggero di Viterbo il 25 marzo) docente di Pianificazione forestale
al Dibaf (dipartimento innovazione sistemi
biologici, agroalimentari e
forestali ) dell’Universita’ della Tuscia esprime
perplessità , infatti, nonostante
sia stato inserito in un progetto di sperimentale di assestamento forestale regionale delle aree della Riserva
a cominciare dalla Faggeta di Soriano
rileva come l’area della
sperimentazione sia troppo ampia (65 ettari ndr quando ne basterebbero solo la metà dice il docente ) c è il rischio concreto
che i tagli non consentano il normale
turn over dei faggi, ma
soltanto l’attecchimento al posto del Faggio di altre essenze
arboree, Nello stesso
articolo Accademia Kronos
ribadisce che gli amministratori di Caprarola si muovono in un’ottica di fare cassa ,
invece dovrebbero seguire
progetti alternativi come quelli
messi in campo dal Comune di Ancona
che attraverso progetti di
adattamento ai cambiamenti climatici
ha ricevuto dalla Comunità europea milioni di euro. E’
proprio questo il punto i media
nazionali ed europei proprio il 31 Marzo
hanno evidenziato la dichiarazione
dell’IPCC (
intergovernmental Panel on Climate Chang ) delle nazioni Unite, organizzazione mondiale
che studia il clima terrestre , che disastri
climatici dovuti all’innalzamento della temperatura globale
siano una realtà ineludibile , in particolare lo studio
presentato il 31/ marzo a Yokohama in Giappone dice testualmente “ Il cambiamento climatico sta colpendo le vite e il benessere di intere popolazioni così come quello di ecosistemi delicati alla base
di importanti cicli vitali “ orbene
per ecosistemi delicati, relativamente a quelli forestali
primeggia il faggio una
pianta che è riuscita ad acclimatarsi , dopo l’ultima glaciazione terrestre, sotto i 700 metri di altitudine (solitamente
i faggi prosperano dai 900
ai 1500 metri ) ma ora
con l’innalzamento costante della temperatura dell ‘ aria
i faggi situati a livelli bassi come quelli del lago di vico di Bassano
romano e Oriolo romano una volta tagliati difficilmente riescono a rigenerarsi . da queste problematiche Civicaoriolo vuole aprire un dibattito ricordiamo
infatti le medesime
preoccupazioni espresse da Enza Ferri della Tutela Ambiente di Bassano dopo il taglio della
faggeta di Bassano Romano
attigua alla nostra di Oriolo , lì
veramente poi si andati molto
oltre il normale
taglio culturale come evidenziato poi da
una serie di interventi sanzionatori
a posteriori della Forestale
l’intervento sul Corriere della
sera di Fulco Pratesi che denunciava lo scempio realizzato a Bassano Romano. Anche a Oriolo esiste un piano di taglio culturale della Faggeta
che sembra per il momento stato bloccato dall’ente parco di
Bracciano-Martignano ci sembra
veramente il caso di dare corso a una serie di incontri per
far conoscere il progetto alla
cittadinanza , infatti dopo un’interrogazione del
Consigliere Caropreso il Comune
rispose dopo molto tempo
con un laconico “ non siamo
i proprietari del sito “ che ha
lasciato sgomenti molti in paese opposizioni comprese , in
particolare Antonio Feliziani
del circolo del partito democratico
di oriolo di stretta
osservanza renziana che da molto tempo incalza i suoi compagni di partito e gli amministratori dell’Università Agraria di Oriolo
(Proprietaria del sito ) che
in gran parte fanno parte del
medesimo partito , lo possiamo
dire con certezza leggendo le continue sollecitazioni da parte di
Feliziani su Facebook con
“ confronti anche duri “ ecco siamo convinti che
un eventuale taglio culturale anche se ben fatto in primis
non risolva i problemi
economici dell’Università Agraria
(magari su questo tema ci torniamo a breve ) e che invece
si riallacci alle preoccupazioni
di tutte quelle Associazioni che hanno fatto sentire la loro voce a Caprarola e Bassano, a Oriolo sembra che siamo ancora in tempo ma è il momento di agire
in modo trasversale
perché’ la faggeta è un
patrimonio che non può esser lasciato agli indirizzi di un circolo od ad un Ente Agraria magari pro tempore . Stiamo lavorando quindi per sensibilizzare un
fronte trasversale di
Associazioni ed Enti,
movimenti politici, esperti, per dare
un segnale forte di conoscenza e
consapevolezza. Per fare uscire una
risposta chiara di confronto tra le varie ipotesi
di intervento CivicaOriolo