giovedì 21 aprile 2016

C'ERA UNA VOLTA "INSIEME PER ORIOLO " ordinarie storie di mutazioni geneteche




Se   avrete, il   piacere  di andare sulla  pagina  facebook  della lista    “insieme per Oriolo “ ,Vi renderete conto che gli autori   e gestori  della pagina, puntano  ad   accreditare   questa  tesi   :  Partendo  dalla famosa  lista del 1993, in continuita’  ed in una sorta di crescendo  Rossiniano  di buon governo, di buone pratiche  amministrative , si arriva fino ad oggi con il  cambio generazionale, frutto di lungimiranza  ed illuminismo politico.

 Premesso che tutte  le tesi   di  “ STORYTELLING      di Renziana   memoria, di cui ci si fa  forza sono legittime. Noi ci soffermeremo su alcune considerazioni che vissute  dall’interno  da  fondatori  di quella stagione ( 1993) , crediamo   sommessamente   ed umilmente siano   più inerenti alla realtà.

 E’   successo che in realtà   quei giovani   che nel 1993, parteciparono  alla storia  di   quella lista , per  tanti   motivi  non si sono   sentiti  più  a  loro  agio,  usciti    con le  buone  o con le cattive  oppure accompagnati   alla porta  . Quelle amministrazioni negli anni   accanto  a buone pratiche  amministrative   a  buone iniziative ,  hanno convissuto   con  l’egemonia   e la furbizia  del  il leader   del maggiore  partito della sinistra fin dagli anni  90  PCI  Pds   Ds  e poi  Pd  un egemonia ,  modellata  a sua immagine  e somiglianza   l’innominato   Carones ,  un politico  a tutto tondo  che spesso  si  intestava , iniziative , progetti, sudore degli altri  consiglieri  che poi diventavano  scomodi   e da  emarginare, quindi     faceva  e  disfaceva  alleanze .

Quanti avversari di quella  stagione   sono diventati  i suoi principali e fedeli  alleati  tanti ,forse troppi .  

   Accentrava    e deteneva   l’edilizia fino  ad oggi 2016 ,  posto di potere    indiscusso   con cui blandire ,   avversari   ed alleati   e   trattare con i poteri  forti   economici    del paese.

  Nel 1993  quei ragazzi   avevano contro  quei poteri   economici  che invece  ora    stanno  al tavolo   di “ Insieme per Oriolo”  ecco  la differenza sostanziale  ed indiscussa. Al  tal punto  che   leader  da sempre all’Opposizione  di “ Insieme per Oriolo “ fino a pochi mesi fa   , forse  stremati  dalla  mancanza di potere si sono  accomodati o tentano di accomodarsi  in prima  fila, sul carro del vincitore , ed altri   che fino a  poche settimane   fa   sbandieravano   la loro voglia di cambiamento,  accecati  dal proprio  ego   stanno   facendo   il gioco   dei  soliti noti, leggasi lista  civetta in appoggio  ad Emanuele  Rallo   (con magna  gaudio  dell’innominato e di quei poteri economici  che sono  stati  utili alla  causa  ).

Tutti  incuranti   delle  situazioni  poco trasparenti , emerse  prepotentemente , in questi ultimissimi  anni,  dei tanti nodi  e danni  causati  a tante famiglie per superficialità  amministrativa  o peggio.  Ne  vogliamo  elencare  qualcuna,  frutto di  accese polemiche  maggioranza –opposizione   :  La convenzione edilizia  di via  Lazio, Via delle  Cave , strada  in zona Eurospin, il palazzo  del Governatore, la costruzione delle nuove scuole  elementari e materna , la zona  PEEP .

  Emanuele Rallo   che ha vissuto  quest’ultima  stagione , da protagonista  e  si appresta  a prendere  questa  impegnativa   eredità , sa  che   lo sforzo più grande  sara’  riuscire  proprio  a convincere  e convincersi ,  che  dietro di lui  o magari di lato  non ci sia più  l’innominato  e  i  suoi  nodi  o scheletri  nell’armadio, magari pronto   a subentrare  come assessore  esterno. Convincere   e convincersi  che   “ Andiamo a vincere “    alzare l’asticella   sia un bene per il paese, per il vero rinnovamento di questo paese .

 Noi sommessamente,  umilmente, abbiamo  qualche dubbio, qualche ragionevole  dubbio (senza per forza  dover passare per invidiosi  e cattivi)   abbiamo  messo  già  cinque anni fa  la nostra passione  e le nostre intelligenze   verso  liste  nuove,  continueremo   così.   Abbiamo fatto  opposizione ,  credibile   e costruttiva   fino alla fine,    anche quando   qualcuno  trattava o stava  trattando    per entrare  sul carro  del favorito vincitore.

 Ai posteri  l’ardua sentenza

Vogliamo  chiudere con messaggio  subliminale.

 Una celebre frase  di  S. Littlewood    sull’amicizia

“ Una grande amicizia ha due ingredienti principali:  il primo è la scoperta di ciò che ci rende simili, il secondo è il rispetto di ciò che ci fa diversi.

La  Redazione  di Civica oriolo

 

 

martedì 12 aprile 2016

LE RAGIONI DEL SI DOMENICA 17 APRILE ANDIAMO A VOTARE FACCIAMO VINCERE IL NOSTRO MARE

Nello specifico si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti temporali alla durata delle concessioni. Infatti, sebbene le società petrolifere non possano più ottenere nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già in corso – secondo una norma approvata lo scorso dicembre – non hanno più scadenza certa.
Per mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività petrolifere occorre votare "Sì" al referendum. In questo modo le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza "naturale" fissata originariamente, al momento del rilascio delle concessioni.
Un'eventuale vittoria del "Sì" non farebbe perdere alcun posto di lavoro: neppure uno. Un esito positivo del referendum, infatti, non farebbe cessare immediatamente, bensì solo progressivamente, l'attività petrolifera in corso entro le 12 miglia, secondo le scadenze già stabilite. Prima che il Parlamento, lo scorso dicembre, introducesse la norma su cui gli italiani sono chiamati a esprimersi alle urne, le concessioni per estrarre gas e petrolio avevano normalmente una durata di 30 anni più proroghe. E ciò era noto a ogni società petrolifera (e ai suoi dipendenti) fin dal momento del rilascio della concessione. Una vittoria del Sì non farebbe altro che mettere una scadenza certa a queste concessioni già in atto: quella prevista al momento del rilascio, senza consentire ulteriori proroghe. Il punto è stato chiarito dalla stessa Corte Costituzionale che, nella sentenza di ammissibilità del quesito referendario (sentenza n.17/2016), ha precisato che l'effetto di una eventuale vittoria del Sì sarà quello di impedire "DEROGHE ULTERIORI QUANTO ALLA DURATA DEI TITOLI ABILITATIVI GIÀ RILASCIATI".
Le trivellazioni offshore sono attività di ricerca o estrazione del petrolio e del gas in mare.
Con il termine di uso comune “trivelle” si intende un insieme ampio e complesso di attività che vanno dalla perforazione dei pozzi di ricerca a quella dei pozzi di produzione, dalla realizzazione di gasdotti e oleodotti all'installazione di piattaforme petrolifere.
Gli impianti variano a seconda dei fondali, delle caratteristiche del giacimento e del tipo di combustibile estratto. Ma tutti - oltre ad avere delle emissioni inquinanti per il mare e l'aria - sono intrinsecamente insicuri, soggetti a possibili malfuzionamenti, incidenti, rotture. Dunque sono estremamente pericolosi per l'ambiente.
L'airgun è una tecnica di prospezione geosismica che consiste nel sondare i fondali marini con una sequenza di esplosioni di aria compressa. Queste esplosioni generano bolle d'aria la cui espansione repentina produce onde compressionali. La rifrazione di queste ultime sul fondo marino - interpretata da apposite apparecchiature - permette di mappare la composizione geologica degli strati che si trovano sotto i fondali e di ipotizzare la presenza di giacimenti di idrocarburi liquidi o gassosi.
Questi test producono livelli di inquinamento acustico fino a otto volte maggiori del rumore di un jet in fase di decollo. Hanno impatti negativi su moltissimi organismi marini (cetacei, tartarughe, pesci, molluschi e crostacei) e possono causare loro danni agli organi interni, alle uova o alle larve; stress, panico e altre alterazioni comportamentali come l'allontanamento da aree di foraggiamento o di riproduzione.
Studi scientifici dimostrano gli impatti negativi di queste attività sui cicli vitali di numerose specie ittiche: nelle aree dove si realizzano campagne di prospezione con l'airgun le catture della pesca possono ridursi fino al 70%, sia per le specie demersali che per le specie pelagiche. Questa riduzione degli organismi marini si osserva fino a 18 miglia nautiche (35 km) dal punto dove si concentrano le esplosioni.

È stato inoltre provato che le onde sonore provocate dagli airgun si propagano in mare per almeno 3000 km, con impatti negativi difficilmente stimabili, che possono includere stress comportamentali e psicologici cronici per le balene e altri cetacei (fra cui il pericolo di separare i piccoli dalle madri); uccidere organismi marini; interferire nei processi riproduttivi e confondere gli animali al punto di alterare le loro risposte ai predatori.
L'impatto sull'ambiente delle trivellazioni in mare può essere devastante: nessuno può escludere incidenti gravi e la portata di uno sversamento di petrolio, in un mare chiuso come il Mediterraneo, che impiega circa 90 anni per il ricambio completo delle proprie acque, potrebbe danneggiare gli ecosistemi in modo irreparabile.
Mentre tutti abbiamo ancora negli occhi e nella mente le immagini dei numerosi disastri che hanno costellato la storia dell'estrazione di petrolio in mare - a partire da quelle dell'incidente nel Golfo del Messico del 2011 - in Italia il legislatore ha deciso che le trivelle sono al 100% “sicure per legge”. Infatti una norma del 2005 (l'art.1 della legge 238) esclude le piattaforme petrolifere dalla categoria di impianti a rischio di incidente rilevante. Questo significa che le compagnie non hanno l'onere di dimostrare quali accorgimenti sono in grado di adottare per scongiurare, contenere o mitigare sversamenti di ingenti quantità di idrocarburi in mare. Semplicemente perché, secondo il legislatore, non possono avvenire in ogni caso!
È chiaro inoltre come le trivelle possano avere impatti negativi sul turismo e sulla pesca sostenibile, settori vitali della nostra economia che andrebbero tutelati da ogni rischio. Si pensi che il turismo costiero fa registrare ogni estate oltre 40 milioni di presenze di turisti stranieri nei nostri mari; e che la pesca oggi, senza contare i suoi indotti e la maricoltura, impiega circa 25 mila persone.
No. I dati parlano chiaro: le riserve certe di petrolio sotto i nostri fondali ammontano a meno di 2 mesi di consumi nazionali. Quelle di gas a meno di 6 mesi.
Riempire i nostri mari di trivelle, insomma, non ridurrebbe affatto la dipendenza energetica dell'Italia dall'estero. Ancor più: non stiamo parlando di risorse che, una volta estratte, sarebbero patrimonio della comunità. Non c'è una compagnia di Stato che potrebbe beneficiare di questo piano di trivellazioni, ma soltanto i petrolieri e il loro profitto privato. Petrolio e gas, una volta estratti, apparterebbero a loro, non agli italiani.
Poco. Anzi, pochissimo. I numeri forniti dal governo (25 mila nuovi posti di lavoro) sono gonfiati. Lo scrive chiaramente uno dei massimi esperti al mondo del settore petrolifero, Leonardo Maugeri: «L'industria del petrolio non è ad alta intensità di lavoro. Si pensi, per esempio, che la Saudi Aramco, il gigante di stato saudita che controlla le intere riserve e produzioni di petrolio e gas dell'Arabia Saudita, impiega circa 50 mila persone (molte delle quali solo per motivi sociali) per gestire una capacità produttiva che, nel petrolio, è oltre sette volte il consumo italiano, mentre nel gas è superiore del 40% al fabbisogno nazionale. Inoltre, le possibili produzioni italiane cui dare mano libera sarebbero vantaggiose (...) solo se si tengono sotto stretto controllo i costi, e quindi si limita l'assunzione di personale. Infine, gran parte dei siti produttivi si controllano con poche persone, in molti casi da postazioni remote. Anche nel caso di un via libera generalizzato alle trivelle, quindi, è alquanto dubbio che si possano creare i posti di lavoro di cui si è parlato (25 mila): forse il numero sarebbe di poche migliaia».
Mentre il governo con una mano sostiene un piano fossile che non porterebbe alcun reale beneficio in termini occupazionali, con l'altra sta adottando una serie di provvedimenti che penalizzano duramente il settore delle energie rinnovabili, quelle su cui puntano le maggiori economie mondiali: nell'ultimo anno e mezzo si stima che siano stati persi 60 mila posti di lavoro
Sono i diritti che le compagnie petrolifere devono versare allo Stato e ai territori interessati dalle trivellazioni. Sono espresse in percentuale del valore economico degli idrocarburi estratti. In Italia quelle per le trivellazioni offshore sono fra le più basse al mondo (o forse le più basse): solo il 7%. Tra l'altro, il gettito annuo delle royalties delle trivellazioni offshore (circa 400 milioni di euro) è paragonabile a quello che il governo ha sprecato non accorpando il referendum alle tornate elettorali ammnistrative.
No, a meno che per guadagno si intendano gli spiccioli. Il gettito che si può ricavare dalle royalties è trascurabile. Ad esempio, quello che sarebbe venuto da uno dei progetti più contestati negli ultimi anni (quello di Ombrina Mare, al largo delle coste abruzzesi) si sarebbe tradotto, per i cittadini di quella Regione, in circa 80-90 centesimi di euro pro capite all'anno.
Trivellare i nostri fondali, ecosistemi preziosi e delicatissimi, conviene solo alle industrie petrolifere, non alla collettività, allo Stato o ai governi locali.
È l'esenzione dal pagamento delle royalties sotto una soglia minima di produzione. O, se si preferisce, l'ennesimo regalo ai petrolieri.
Per le estrazioni in mare questa soglia è fissata in 80 milioni di metri cubi standard per il gas e in 50 mila tonnellate per il petrolio. A oggi, oltre la metà dei campi di estrazione in mare produce sotto queste soglie: dunque le compagnie non versano un centesimo di royalties. In pratica, è solo un trucco per non smantellare impianti sempre più obsoleti, fragili e pericolosi.

mercoledì 6 aprile 2016

Questioni di scelte


PRIMO   FORUM   CITTADINO   
  INIZIATIVA      DI SCELT@COMUNE 

Sabato   09/0/2016   dalle  16,30   alle 22,00  
  presso   la  sala  polivalente   Centro   Anziani   (ex palestra  scuola Elementari )     si   terra’  un importante  iniziativa  Politica  , denominata :

  “ Primo  Forum Cittadino “ 
  fortemente  voluta   dalla    Lista   Civica     Scelt@Comune  ,

la  lista    che secondo  noi raccoglie  con maggiore  credibilita’ ,   il testimone    di chi    si e’ posto  negli ultimi  cinque  anni    all’opposizione   di    questa   Amministrazione   senza  se  e senza  ma.  Un   patrimonio   di   credibilita’, di conoscenze,  di  esperienze   di battaglie  , che non potevano essere   disperse .  L’iniziativa    di Scelt@ Comune    e ’ duplice     la  prima    confronto  con i cittadini    attraverso  tavoli  tematici  per raccogliere   idee , proposte ,  criticità.  Queste proposte    serviranno  per  integrare il  Programma    completando  gli spunti  programmatici    elaborati  dai promotori .La seconda   iniziativa    dara’ la possibilita’  ai cittadini   che si riconoscono    nella   DISCONTINUITA’  di questa  lista , la possibilita’    di scegliere  il candidato  a   Sindaco   nelle   persone    di   LETIZIA UNGHERI   e  TOMMASSINO  TORZI  , sono   questi due  quarantenni   che all’interno   del Comitato   promotore   si mettono in gioco  per  questo importante  ruolo   e  funzione   ma  che sentono  forte  la responsabilita’    di  fare   da collante   all’ interno    della  nuova  lista   civica  tra le diverse  sensibilita' civiche    DISCONTINUITA’-PARTECIPAZIONE-TRASPARENZA-RESPONSABILITA’ CORAGGIO-  PROPOSTE  queste le parole d’ordine   della   
giornata 

la   redazione di Civicaoriolo