Sabato 6
Aprile alle ore 18,00 presso la chiesa di Sant’ Anna inizia il nuovo ciclo di conferenze e
dibattiti per un impegno sociale
e politico piu’ consapevole .La
meritoria iniziativa organizzata
dalla Parrocchia di San Giorgio Martire , da Don Giorgio
e da alcuni membri del
consiglio pastorale parrocchiale tra i quali Maria Grazia Garganti, Claudio Russo, Alfredo
Bevilacqua si sviluppa in sette incontri
dove i vari relatori illustreranno
argomenti (e stimoleranno il dibattito ) che vanno
dalla crescita-decrescita, dalla
legalita’ alla creazione di una societa’
piu’ solidale.
Tema del primo
appuntamento “Crescita e
Decrescita, sobrietà e qualità della vita “
Relatore
Dott Bengasi Battisti moderatore
Manuela Acanfora
Note sul
relatore :
IL Dott. Bengasi Battista è Sindaco
del Comune di Corchiano, cittadina in provincia di Viterbo. Nato a Corchiano
nel 1959, di professione è chirurgo d’urgenza, ruolo con cui ha partecipato a
missioni sanitarie in Africa e America Latina con Organizzazioni non
Governative e Medici senza Frontiere. Tra i fondatori del Coordinamento
Nazionale Enti Locali per l’acqua pubblica, ha anche un ruolo attivo nel Forum
per la Pace
contro la guerra e nel Forum dei Diritti.I nnil
motore di iniziative che hanno fatto
vincere al suo paese il primo premio assoluto “Comuni a
5 Stelle”, istituito dall’Associazione Comuni Virtuosi. Un
premio cumulativo ottenuto nelle categorie Gestione del territorio, Impronta
ecologica, Rifiuti, Mobilità e Nuovi stili di vita. Niente
di rivoluzionario, ma tanti piccoli e grandi progetti, spesso
messi in atto singolarmente da altri comuni, che però a Corchiano sono tutti
promossi e sostenuti contemporaneamente: ancora, tra gli altri, i pannelli
fotovoltaici su tetti privati e pubblici, il mercato del riuso, gli incentivi
alla bio-edilizia, i veicoli comunali a biodiesel.
Equità e redistribuzione
delle risorse,
Il principale presupposto della decrescita è che le risorse naturali sono limitate e che vengono gestite in modo iniquo; la decrescita è uno strumento per avviare una equa redistribuzione delle risorse del pianeta tra tutti i suoi abitanti, perseguendo il principio dell'eguaglianza tra i popoli. I Paesi più ricchi dovrebbero ridurre i loro standard attuando un processo di decrescita, limitando i consumi, sviluppando modelli energicamente autosufficienti . Ma la decrescita non è solo una questione quantitativa, di fare meno dello stesso, ma anche e soprattutto, un riordino paradigmatico dei valori, in particolare la (ri)affermazione dei valori sociali ed ecologici e la (ri)politicizzazione dell'economia [
Lo sviluppo basato sulla
crescita attuale ha dimostrato di
accrescere l'ineguaglianza sociale, concentrando ricchezze nelle mani di pochi
anziché generare maggior benessere e aumentare gli standard di vita[ Le critiche alla decrescita affermano
che un rallentamento della crescita economica provocherebbe un aumento della
disoccupazione e della povertà, e che comunque almeno nel Sud del Mondo occorre consentire
la crescita economica. I fautori della decrescita sostengono invece che
rilocalizzare e abbandonare l'economia globale nel Sud globale permetterebbe a
queste popolazioni di aumentare il loro grado di autosufficienza e indipendenza
impedendo il sovra-consumo e lo sfruttamento delle loro risorse da parte del
Nord[
tori di condLLe proposte dei sostenitori della decrescita
si sviluppano su due piani: a livello individuale, la scelta di stili di vita
detti di semplicita’ volontaria; a livello globale, una ricollocazione
delle attività economiche al fine di ridurre l'impronta ecologica, gli sprechi
energetici, l'impatto ambientale, e le disuguaglianze sociali. I sostenitori della
decrescita affermano che la crescita economica - intesa come accrescimento costante del Prodotto Interno Lordo (PIL) - non porta a un maggior benessere.
Gia’ non gl
i Durante i discorsi Robert F Kennedy negli anni 60 poneva spesso l'accento sul fatto che
dovessero essere la compassione e l'amore a farci comprendere il mondo. Egli
criticò duramente il PIL come indicatore di benessere in
un'epoca in cui il concetto non era ancora così noto e dominante:
« Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che
abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in
favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro PIL ha superato 800
miliardi di dollari l'anno, ma quel PIL - se giudichiamo gli USA in base ad
esso - quel PIL comprende l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle
sigarette, e le ambulanze per sgombrare le autostrade dalle carneficine.
Comprende serrature speciali per le nostre porte e prigioni per coloro che
cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie e la scomparsa
delle nostre bellezze naturali nella espansione urbanistica incontrollata.
Comprende il napalm e le testate nucleari e le auto blindate della polizia
per fronteggiare le rivolte urbane. Comprende il fucile di Whitman e
il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che
esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Eppure
il PIL non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, la qualità della loro
educazione e l'allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre
poesie e la solidità dei nostri matrimoni, l'acume dei nostri dibattiti politici
o l'integrità dei nostri funzionari pubblici. Non misura né il nostro ingegno
né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la
nostra compassione né la devozione per la nostra nazione. Misura tutto, in
poche parole, eccetto quello che rende la vita degna di essere vissuta. Ci
dice tutto sull'America, eccetto il motivo per cui siamo orgogliosi di essere
americani. »
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(Robert Kennedy - Dal discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla
Kansas University[4])
Antonio Valentini Civica Oriolo .
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