domenica 31 marzo 2013


Sabato  6 Aprile  alle ore  18,00 presso la chiesa di Sant’ Anna  inizia il nuovo ciclo di conferenze e dibattiti  per un impegno  sociale  e politico  piu’ consapevole .La meritoria  iniziativa  organizzata  dalla Parrocchia di San Giorgio Martire , da Don  Giorgio  e  da alcuni membri del consiglio  pastorale  parrocchiale tra i quali  Maria Grazia Garganti, Claudio Russo, Alfredo Bevilacqua si sviluppa in sette incontri  dove  i vari relatori  illustreranno  argomenti (e stimoleranno il dibattito )  che vanno  dalla  crescita-decrescita, dalla legalita’  alla creazione di una societa’ piu’ solidale.

Tema del primo  appuntamento  “Crescita e Decrescita, sobrietà e qualità della vita “
Relatore    Dott Bengasi Battisti  moderatore Manuela Acanfora

Note  sul relatore :

IL Dott. Bengasi Battista  è     Sindaco del Comune di Corchiano, cittadina in provincia di Viterbo. Nato a Corchiano nel 1959, di professione è chirurgo d’urgenza, ruolo con cui ha partecipato a missioni sanitarie in Africa e America Latina con Organizzazioni non Governative e Medici senza Frontiere. Tra i fondatori del Coordinamento Nazionale Enti Locali per l’acqua pubblica, ha anche un ruolo attivo nel Forum per la Pace contro la guerra e nel Forum dei Diritti.I nnil motore di  iniziative che hanno fatto vincere al suo paese il primo premio assoluto “Comuni a 5 Stelle”, istituito dall’Associazione Comuni Virtuosi. Un premio cumulativo ottenuto nelle categorie Gestione del territorio, Impronta ecologica, Rifiuti, Mobilità e Nuovi stili di vita. Niente di rivoluzionario, ma tanti piccoli e grandi progetti, spesso messi in atto singolarmente da altri comuni, che però a Corchiano sono tutti promossi e sostenuti contemporaneamente: ancora, tra gli altri, i pannelli fotovoltaici su tetti privati e pubblici, il mercato del riuso, gli incentivi alla bio-edilizia, i veicoli comunali a biodiesel.


Equità e redistribuzione delle risorse,

Il principale  presupposto  della  decrescita è che le risorse naturali sono limitate e che vengono gestite in modo iniquo; la decrescita è uno strumento per avviare una equa redistribuzione delle risorse del pianeta tra tutti i suoi abitanti, perseguendo il principio dell'eguaglianza tra i popoli. I Paesi più ricchi dovrebbero ridurre i loro standard attuando un processo di decrescita, limitando i consumi, sviluppando modelli energicamente autosufficienti . Ma la decrescita non è solo una questione quantitativa, di fare meno dello stesso, ma anche e soprattutto, un riordino paradigmatico dei valori, in particolare la (ri)affermazione dei valori sociali ed ecologici e la (ri)politicizzazione dell'economia [

Lo sviluppo basato sulla crescita attuale  ha dimostrato di accrescere l'ineguaglianza sociale, concentrando ricchezze nelle mani di pochi anziché generare maggior benessere e aumentare gli standard di vita[ Le critiche alla decrescita affermano che un rallentamento della crescita economica provocherebbe un aumento della disoccupazione e della povertà, e che comunque almeno nel Sud del Mondo  occorre consentire la crescita economica. I fautori della decrescita sostengono invece che rilocalizzare e abbandonare l'economia globale nel Sud globale permetterebbe a queste popolazioni di aumentare il loro grado di autosufficienza e indipendenza impedendo il sovra-consumo e lo sfruttamento delle loro risorse da parte del Nord[
tori di condLLe proposte dei sostenitori della decrescita si sviluppano su due piani: a livello individuale, la scelta di stili di vita detti di semplicita’ volontaria; a livello globale, una ricollocazione delle attività economiche al fine di ridurre l'impronta ecologica, gli sprechi energetici, l'impatto ambientale, e  le disuguaglianze sociali. I sostenitori della decrescita affermano che la crescita economica - intesa come accrescimento costante del Prodotto Interno Lordo (PIL) - non porta a un maggior benessere.
Gia’   non gl
i Durante i discorsi Robert F Kennedy negli anni 60  poneva spesso l'accento sul fatto che dovessero essere la compassione e l'amore a farci comprendere il mondo. Egli criticò duramente il PIL come indicatore di benessere in un'epoca in cui il concetto non era ancora così noto e dominante:
« Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro PIL ha superato 800 miliardi di dollari l'anno, ma quel PIL - se giudichiamo gli USA in base ad esso - quel PIL comprende l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le autostrade dalle carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte e prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nella espansione urbanistica incontrollata. Comprende il napalm e le testate nucleari e le auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Eppure il PIL non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, la qualità della loro educazione e l'allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre poesie e la solidità dei nostri matrimoni, l'acume dei nostri dibattiti politici o l'integrità dei nostri funzionari pubblici. Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione per la nostra nazione. Misura tutto, in poche parole, eccetto quello che rende la vita degna di essere vissuta. Ci dice tutto sull'America, eccetto il motivo per cui siamo orgogliosi di essere americani. »
(Robert Kennedy - Dal discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas University[4])
Antonio  Valentini   Civica Oriolo .

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