23 Maggio 2012 Vent’anni dopo
Il ricordo della Strage di Capaci
Faceva molto caldo in quel giorno di Maggio di venti anni fa, l’Italia era in una fase di transizione i vecchi poteri si stavano sfaldando e Cosa Nostra decise di alzare il tiro contro un servitore dello Stato fedele come Giovanni Falcone , giudice incisivo e perno del lavoro del Pool antimafia lavoro che come spesso accade trovava contro non solo La criminalità organizzata ma pezzi dello Stato infedeli e collusi, ceto politico che con le organizzazioni criminali trattano e fanno affari nella logica trasversale del Potere con la P maiuscola, parlando dei delitti di mafia Giovanni Falcone diceva che generalmente “ si muore perche’ si è soli o perché si entra in un gioco troppo grande” anche Falcone aveva suscitato polemiche, lettere anonime, minacce non aveva potuto arrivare al vertice della magistratura Antimafia grazie alla stagione dei veleni e dei Corvi. interni alla stessa magistratura. Con la strage di Capaci con il tritoro fu fermato Falcone e dopo pochi mesi (luglio 1992 ) fu fermato il collega ed amico Borsellino che stava indagando sulla strage e su pericolose presunte trattative Stato-Mafia scaturite dalle stragi e dagli attentati anche al patrimonio artistico nazionale. Dopo quelle stragi lo stato ha ottenuto anche vittorie, catturando alcuni mandanti e killer, ma l’interrogativo resta anche in questi giorni della commemorazione. la Mafia può essere sconfitta ? il sacrificio di questi nostri eroi moderni è stato vano ? il potere politico mafioso ed affaristico quanto tempo ancora peserà sull’economia e sulla democrazia della nostra Nazione .
La redazione di Civica Oriolo
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